La musica parte, sottile. Il gruppo di corpi timidi si curva, le dita portano le mani, le braccia, i gomiti. Risalgono, protese nell'aria sopra di noi, ruotano, flettono, la destra attrae il ginocchio, passa il testimone al piede che guida la gamba e poi l'intero corpo a ruotare su un'altro fronte.
Lo specchio ci accoglie, i nostri movimenti lentissimi e all'unisono. Siamo un magma morbido e fluente che gode del proprio movimento e della propria immagine riflessa. Duramente conquistati. Siamo belle fino alle lacrime.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento