giovedì, ottobre 29, 2009

Eating Poetry

Ink runs from the corners of my mouth.
There is no happiness like mine.
I have been eating poetry.

The librarian does not believe what she sees.
Her eyes are sad
and she walks with her hands in her dress.

The poems are gone.
The light is dim.
The dogs are on the basement stairs and coming up.

Their eyeballs roll,
their blond legs burn like brush.
The poor librarian begins to stamp her feet and weep.

She does not understand.
When I get on my knees and lick her hand,
she screams.

I am a new man,
I snarl at her and bark,
I romp with joy in the bookish dark.

by Mark Strand

giovedì, agosto 06, 2009

lunedì, agosto 03, 2009

Panni bianchi

In un angolo remoto del cuore
la coscienza si nasconde
e lo fa per amore
altro non ho
che il panno con cui vesto
le mie pallide certezze
e le carezze
le lascio vivere in umori bianchi
gesti stanchi

Ma come può
una fitta al cuore credere di essere pena d’amore?

Nell’ insieme forte di parole
la coscienza non si arma
e lo fa perché duole
altro non so
che il suono della città
con cui sposto le deviazioni
e le canzoni
le lascio vivere
in umori bianchi
gesti stanchi

Ma come può
una fitta al cuore credere di essere pena d’amore?

(Elianto - DiMarco, Gambinossi, Maroccolo)

martedì, luglio 21, 2009

Numb



Perdere il nesso, perdere il filo.
E il contatto si stabilisce solo nella pista del sogno, dove attraverso cortili e aie nella luce di un tramonto che vorrebbe essere condivisa.
Come sempre: procedo e mi è bloccata la strada del ritorno sui miei passi.
Debbo restare in una stanza, e chiudono gli scuri alle mie spalle perchè io non veda il cruento spettacolo dell'ammazzamento del toro, lo intravedo soltanto mentre lo portano al palo: è grande, grosso, grigio e marezzato di bianco sul collo, ha lo sguardo mansueto spaventato povera bestia.
L'ultima cosa che penso è che non vedrò, ma le mie orecchie sentiran bene lo strazio.
Come sempre: la mia anima sa bene il da farsi, e mi manda un filmato esplicativo.

venerdì, maggio 15, 2009

lunedì, febbraio 16, 2009

Pneumatorace

Un nido di serpenti nella pancia. Con tutto rispetto per i serpenti.
Niente che sia al di fuori di me mi è di interesse o aiuto alcuno.
E ciò che è dentro di me lo rifiuto prima ancora di cercare di maneggiarlo.
Sono quindi un sacco che si trascina in giro, appigliandosi alle quotidiane abitudini, scadenze e faccende. Alla casella di posta dove arriva solo pubblicità.
È questa la depressione?