mercoledì, dicembre 20, 2006
Love, in itself
All of these insurmountable tasks
That lay before me
All of the firsts
And the definite lasts
That lay in store for me
There was a time
When all of my mind was love
Now I find
That most of the time
Love's not enough
In itself
Consequently
I've tendency
To be unhappy, you see
The thoughts in my head
All the words that were said
All the blues and the reds
Get to me
All of these absurdities
That lay before us
All of the doubts
And the certainties
That lay in store for us
Depeche Mode, Love in itself
mercoledì, dicembre 06, 2006
...and an angel would fall, with burning eyes
Io questo lo trovo mortalmente bello
http://www.afterlifeseasons.com/
...e probabilmente per Natale mi regalerò un'antologia di romanzi gotici, si si.
lunedì, dicembre 04, 2006
Delirio con vespri
Le premesse parevano buone: un palco a teatro, un coreografo di fama mondiale, musicisti e cantante lirica in scena, scenografia spettacolare, danzatori eccelsi.
E invece.
Coreografo in preda al logorio della (propria) vita moderna intenzionato farne cifra di lettura universale. Danzatori a tratti sfruttati sino al parossismo, a tratti in scena inutilmente. Nevrosi, schianti, spasmi e tremori, urla e canti sconnessi, testi senza capo nè coda. Corpi che sono strumenti perfetti continuamente tartassati da convulsioni, senza che se ne intraveda lo scopo. Dopo quindici minuti durante i quali una ballerina ha mimato quella che potrebbe essere un'affezione spastica tu, che con i disabili ci hai danzato, cominci a pensare che sia offensivo. Soluzioni coreografiche e teatrali accennate e non approfondite, non arricchite di senso. Una scenografia che suggeriva utilizzi interessanti e coinvolgenti, lasciata a far poco più che fondale.
E tutto questo trascinato troppo a lungo, per quasi due ore. A ribadire ossessivamente un concetto, senza lasciar intuire quale sia questo concetto, e quali i suoi possibili sviluppi.
Si, la musica non era male.
(A. Platel, VSPRS - Vespri con delirio)
E invece.
Coreografo in preda al logorio della (propria) vita moderna intenzionato farne cifra di lettura universale. Danzatori a tratti sfruttati sino al parossismo, a tratti in scena inutilmente. Nevrosi, schianti, spasmi e tremori, urla e canti sconnessi, testi senza capo nè coda. Corpi che sono strumenti perfetti continuamente tartassati da convulsioni, senza che se ne intraveda lo scopo. Dopo quindici minuti durante i quali una ballerina ha mimato quella che potrebbe essere un'affezione spastica tu, che con i disabili ci hai danzato, cominci a pensare che sia offensivo. Soluzioni coreografiche e teatrali accennate e non approfondite, non arricchite di senso. Una scenografia che suggeriva utilizzi interessanti e coinvolgenti, lasciata a far poco più che fondale.
E tutto questo trascinato troppo a lungo, per quasi due ore. A ribadire ossessivamente un concetto, senza lasciar intuire quale sia questo concetto, e quali i suoi possibili sviluppi.
Si, la musica non era male.
(A. Platel, VSPRS - Vespri con delirio)
Iscriviti a:
Post (Atom)